Offrire maggiori garanzie contrattuali ai giovani e contrastare la crisi delle culle vuote: questo il piano del Governo per far fronte alla crisi della forza lavoro. Sulla stessa linea anche Bankitalia, con il Governatore Ignazio Visco che esprime la propria preoccupazione per le conseguenze dell’emergenza demografica. Giampiero Catone ne ha parlato in un suo recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, nel quale torna a toccare un tema alquanto scottante in Italia, quello della previdenza.
Attualmente, il Paese sta affrontando un processo di invecchiamento tra i più rapidi al mondo: in soli tre anni, il numero di persone in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) è diminuito di quasi 800mila unità. Stando ai dati Istat, entro il 2040 ci saranno due milioni e mezzo di residenti italiani in meno, una situazione che Giampiero Catone definisce “eccezionale e grave”. Questo perché, come osservato dal Governatore della Banca d’Italia, “anche nell’ipotesi molto favorevole di un progressivo innalzamento dei tassi di attività dei giovani e delle donne fino ai valori medi dell’Unione europea, nei prossimi 20 anni la crescita economica non potrà contare su un aumento endogeno delle forze di lavoro”.
Per far fronte al calo della forza lavoro, secondo Bankitalia, si dovrà da un lato allungare l’età lavorativa, e dall’altro aumentare il saldo migratorio. A tal proposito, serviranno politiche di formazione e integrazione che permetteranno di inserire i “migranti nel tessuto sociale e produttivo”, rafforzando al contempo le imprese mediante “una nuova visione del fisco e delle regole di assunzione” e dando “priorità nell’assegnare incentivi a chi assume”, ma pure a chi mette in atto buone pratiche ambientali e a chi punta sull’innovazione. Aumentare il numero di assunti consentirà così di incrementare il gettito fiscale e previdenziale.
Sul tema della sostenibilità del sistema previdenziale si è espressa anche la Premier Giorgia Meloni. “È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa – ha spiegato – dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale”.
Le Associazioni di categoria intanto concordano sul voler rendere “complessivamente strutturali e progressivamente rafforzati” gli interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo e sulla necessità di concepire norme e strumenti disegnati “sulle caratteristiche delle piccole imprese che rappresentano il 99% del tessuto produttivo”.
“Dobbiamo puntare a rafforzare le imprese che hanno quella capacità di includere lavoratori, dare vantaggi a chi lavora, sostenere in concreto i giovani e le donne che rappresentano un modello di impegno e qualità occupazionale. Il momento è propizio non lasciamolo sfuggire”, ha concluso nel suo editoriale Giampiero Catone.
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