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Chi era Vittorio Ghidella, l’uomo che fece la fortuna della Fiat

30 Nov , 2023  

Nel panorama dell’industria automobilistica italiana, c’è una figura che spicca per la sua brillantezza e la sua capacità di innovazione: Vittorio Ghidella. L’ingegnere e manager che portò la Fiat al vertice dell’Europa e del mondo, progettando e guidando auto che hanno fatto la storia, come la Fiat Uno, la Lancia Thema, la Saab 9000 e l’Alfa Romeo 164. Con la sua visione e le sue intuizioni, ha portato la Fiat a diventare il primo costruttore in Europa e il quinto a livello mondiale, in un periodo difficile e turbolento per il paese.

Ghidella iniziò la sua carriera alla Fiat nel 1978, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e aver lavorato per la RIV-SKF e la Fiat-Allis. Nel gennaio del 1979, divenne il responsabile del settore automobili, con il compito di rilanciare un ramo in crisi. La sua strategia si basava sul prodotto: Ghidella sapeva progettare e guidare le auto in prima persona, e capiva le esigenze del mercato. Sotto la sua guida, nacquero modelli di successo come la Fiat Uno, un’utilitaria innovativa e frizzante, e le ammiraglie del pianale “Tipo 4”, ovvero la Fiat Croma, la Lancia Thema, la Saab 9000 e l’Alfa Romeo 164. Queste auto rappresentavano l’Italia che contava, e sfruttavano l’economia di scala e la sinergia tra i vari marchi del gruppo.

Ghidella non trascurava nemmeno l’aspetto sportivo: finanziò la squadra corse Lancia, che dominò i rally negli anni Ottanta con la 037 e la Delta, diventando un’icona di questa disciplina. Il manager testava le “sue auto” su un percorso prediletto, tra Livorno, Collesalvetti, Pinerolo e Cavour, e diceva che “l’auto si guida con il fondoschiena, non con la lingua”.

Nel 1987, però, Vittorio Ghidella entrò in conflitto con Cesare Romiti, amministratore delegato della Fiat, e con Umberto Agnelli, che gli aveva commissionato una nuova utilitaria saltando la gerarchia. Ghidella si dimise nel luglio del 1988, lasciando un vuoto difficile da colmare. Aveva in tasca un accordo con Ford, che avrebbe potuto cambiare le sorti della Fiat, ma non fu mai siglato. Ghidella si ritirò a Lugano, in Svizzera, dove morì nel 2011. La sua eredità rimane impressa nella storia dell’auto italiana, che con lui visse un’epoca d’oro mai più ritornata.

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