Il 2023 ha visto un aumento significativo dei casi di pertosse in Europa, con un incremento di dieci volte rispetto agli anni precedenti. Secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), quasi 60.000 casi sono stati registrati tra il 2023 e l’aprile 2024, evidenziando una preoccupante recrudescenza di questa malattia infettiva altamente contagiosa. Da gennaio, tre decessi e un aumento dell’800% dei ricoveri hanno spinto gli esperti, tra cui Susanna Esposito (Direttrice della Clinica Pediatrica e professoressa ordinaria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, nonché responsabile del tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria – Sip), a porre l’attenzione sulla necessità di migliorare la copertura vaccinale, in particolare tra adolescenti e adulti.
Un caso emblematico della gravità della pertosse è la morte del giovane calciatore Andrea Vincenzi, avvenuta lo scorso febbraio a causa di un’insufficienza respiratoria provocata dal batterio Bordetella pertussis. Questo tragico evento ha messo in luce la pericolosità della malattia e la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo alla vaccinazione.
“La vaccinazione contro la pertosse non dà un’immunità permanente – chiarisce Susanna Esposito – perché la protezione dura dai 3 ai 5 anni a seconda dell’individuo”. Già nel 1999, l’esperta ha condotto uno dei primi studi al mondo che dimostrava la necessità di richiami periodici del vaccino per mantenere l’immunità. Oggi, la raccomandazione è di somministrare il vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse (DTPa) con il vaccino esavalente nel primo anno di vita, eseguire un richiamo di dTpa (preparato a ridotto contenuto antigenico) associato all’antipolio a 5-6 anni e tra gli 11 e i 18 anni, poi il dTpa ogni 10 anni per tutta la vita e durante la gravidanza a partire dalla 27ª settimana di gestazione ad ogni gravidanza. In Italia, la copertura vaccinale rimane però inferiore al necessario, soprattutto per i richiami, il che consente al batterio di continuare a circolare. “Le forme più gravi riguardano i bambini piccolissimi, mentre nei soggetti di altre fasce di età le manifestazioni gravi in genere sono meno frequenti, però non possono essere esclusi esiti negativi”.
Per prevenire la diffusione della pertosse, è fondamentale seguire alcune regole importanti. Una tosse che dura più di tre settimane nel bambino di età scolare e in età adolescenziale richiede accertamenti medici; il vaccino dTpa deve essere somministrato ogni 10 anni per tutta la vita; le donne incinta dovrebbero vaccinarsi, ma anche in questo caso la copertura vaccinale è inferiore al 20%.
Come confermato da Susanna Esposito, è stata constatata “una immunità scoperta della popolazione e abbiamo molti soggetti vergini all’agente infettivo della pertosse che, comunque, non fornendo un’immunità permanente, richiede di effettuare i richiami vaccinali dopo 5 anni dall’acquisizione della malattia”. Sebbene le coperture vaccinali nei bambini piccoli siano tornate a livelli accettabili, tra gli adolescenti e gli adulti si osserva un preoccupante calo. Molti anziani, in particolare, risultano suscettibili al contagio e possono trasmettere l’infezione ai più piccoli. È quindi cruciale che la popolazione comprenda l’importanza di effettuare i richiami vaccinali per tutta la vita.
Come riconoscere la pertosse? La pertosse è una malattia infettiva causata dal batterio Bordetella pertussis. La malattia si manifesta con una tosse persistente, che dall’età scolare in poi può durare più di tre settimane, inizialmente lieve ma progressivamente più grave e accompagnata da difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, che interessano solitamente i soggetti con età inferiore all’anno di vita, possono verificarsi complicanze come otiti, polmoniti e manifestazioni neurologiche, che possono essere a volte mortali.
L’aumento dei casi di pertosse in Europa sottolinea l’urgenza di una maggiore adesione ai programmi di vaccinazione e ai richiami periodici. La pertosse è una malattia prevenibile, ma solo se la popolazione è adeguatamente informata e vaccinata. Il messaggio di Susanna Esposito è chiaro: la prevenzione attraverso la vaccinazione è essenziale per proteggere tutte le fasce d’età e ridurre il rischio di contagio.
Per maggiori informazioni:
https://www.dire.it/20-06-2024/1055730-pertosse-vaccino-non-da-immunita/