Fabio Inzani

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Fabio Inzani: il progetto di Tecnicaer Engineering per la ristrutturazione del Policlinico Umberto I di Roma

28 Ott , 2021  

Complesso ospedaliero costituito da edifici “a padiglioni” collocati su 300 mila mq e suddivisi in 54 edifici, 46 dei quali all’interno del quadrilatero (circoscritto da V.le Regina Elena, V.le dell’Università, V.le del Policlinico e Via Lancisi) e 8 all’esterno, il Policlinico Umberto I rimane tutt’oggi uno dei più grandi ospedali universitari presente in Europa.
“Rimodulazione della prima fase esecutiva del piano di riorganizzazione e ristrutturazione del Policlinico Umberto I” è l’oggetto della gara vinta dalla società Tecnicaer Engineering, di cui Fabio Inzani è Presidente, assieme a Politecnica Ingegneria e GMN Engineering: la prima fase dell’opera, dal valore totale di oltre 65 milioni di euro, si concentrerà principalmente sulla ristrutturazione di 5 edifici e sulla demolizione di alcuni padiglioni e superfetazioni realizzate negli anni. La società si propone di creare luoghi ergonomici, confortevoli, innovativi ed efficienti attraverso una proposta innovativa in un “contesto ad alta sensibilità archeologica e architettonica, intervenendo in maniera rispettosa sull’ambiente e sul tessuto storico”. Gli edifici di pregio storico uniti ai vincoli archeologici che interessano il complesso ospedaliero hanno da sempre ostacolato i diversi interventi di ristrutturazione e ammodernamento: infatti, i quattro “masterplan”, piuttosto invasivi, elaborati negli anni passati non hanno mai consentito l’attuazione delle opere di ristrutturazione in quanto respinti dalla Proprietà e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.
Il progetto della realtà guidata da Fabio Inzani si è posto l’obiettivo di garantire alle attività didattiche, di ricerca, cliniche e assistenziali un “substrato strutturale e distributivo-funzionale”, ideato secondo un modello innovativo relativo alla qualità degli obiettivi prefissati, alla percezione dell’utilizzo delle risorse, all’umanizzazione dell’attività operativa e al comfort ambientale. La prima fase del progetto, che sarà estesa a 9 anni, prevede la ristrutturazione di alcuni fabbricati e dei principali impianti, implementando un complesso “organico e coerente di corpi di fabbrica” (riservati alle attività sanitarie) comunicanti con il blocco operatorio, con la diagnostica per immagini e con il DEA.
Nello specifico, la prima fase del piano include la demolizione delle superfetazioni di alcuni stabili (4A, 9, 11, 15A, 15B, 22), la creazione dei nuovi collegamenti epigei (CE1 e CE4) e la ristrutturazione e riqualificazione di 5 padiglioni: i Laboratori, l’attuale Clinica Oculistica dove verrà trasferita la Clinica di Ematologia, parte della Clinica Ostetrica e Ginecologica, la Clinica Chirurgica e il Dipartimento di Diagnostica per Immagini Centrale. Il progetto mira da un lato ad accorpare le attività di laboratorio, di radiologia e delle sale operatorie e, dall’altro, a rivalorizzare gli edifici di fine ‘800 (in quanto il complesso ospedaliero rappresenta un’area di interesse storico artistica), smantellando in parallelo le superfetazioni create nel corso degli anni.
La proposta della realtà guidata da Fabio Inzani opererà nel pieno rispetto delle “preesistenze di pregio e ambientali, anche con lo scopo di rispristinare, nei limiti del possibile, le aree verdi ed esterne in genere”.


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