“Il welfare aziendale è ormai una componente essenziale del benessere, anche economico, di chi lavora”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Edenred Italia Fabrizio Ruggiero. Come riportato nell’ultima edizione dell’Osservatorio Welfare di Edenred Italia, infatti, nel 2024,le imprese italiane hanno erogato in media circa 1.000 euro a dipendente sotto forma di credito welfare, con un incremento del 10% rispetto ai 910 euro dell’anno precedente. Contestualmente è cresciuto anche il tasso di utilizzo da parte dei lavoratori, che raggiunge quasi il 90%, segno tangibile della crescente rilevanza del welfare come leva per sostenere il reddito e la qualità della vita dei dipendenti.
Spinti dalla Legge di Bilancio, che ha innalzato la soglia di esenzione fiscale da 258,23 a 1.000 euro (2.000 per chi ha figli a carico) fino al 2027, i fringe benefit rappresentano oggi la principale voce di spesa all’interno del credito welfare.
“Sommando buoni pasto e fringe benefit — ha ribadito Fabrizio Ruggiero — un’azienda può mettere a disposizione fino a circa 2.700 euro esentasse per ciascun dipendente. Per chi ha un reddito tra i 25 e i 50 mila euro, è l’equivalente di una o due mensilità nette aggiuntive.
Il welfare aziendale è sempre più costruito a misura di persona. Gli HR manager diventano architetti del benessere organizzativo, chiamati ad ascoltare e anticipare bisogni che cambiano, soprattutto nelle nuove generazioni”, ha dichiarato Fabrizio Ruggiero. Ad oggi però, sono ancora poche le PMI ad aver implementato politiche di welfare. Una semplificazione normativa, insieme a una maggiore diffusione della sua cultura, potrebbe favorirne l’adozione, affinché il welfare diventi una scelta consapevole, capace di generare valore condiviso.
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