La pandemia non ha bloccato gli investimenti nel settore dell’analisi dei dati. È il segnale che emerge da uno studio realizzato dall’Osservatorio Big Data e Business Analytics (Politecnico di Milano), che ha rilevato come una PMI su due ha investito nell’analisi dei dati durante il 2020. Nello specifico, in seguito all’emergenza pandemica, appena l’8% delle aziende ha fermato gli investimenti già programmati. Ma non solo: lo studio sottolinea inoltre come il Covid-19 abbia incrementato la consapevolezza sull’importanza dei “Big Data” nel contesto aziendale, con un 22% di PMI che definiscono ‘positivo’ l’impatto della pandemia nella valorizzazione dei dati.
“L’importanza dell’elaborazione e analisi dei cosiddetti ‘Big Data’ a fini di ottimizzare i processi produttivi aziendali è sempre stata riconosciuta da molto tempo dagli addetti ai lavori”, segnala Pompeo Pontone, Investor e Investment Specialist esperto in Finanza Quantitativa, Derivati Finanziari e applicazione di tecniche di Data Science alle Tecnologie Finanziarie. Intervenuto sul tema, il professionista ha evidenziato come il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale non siano da considerare dei fenomeni recenti, nonostante la crescita registrata nel 2020 e nonostante siano sempre più numerose le aziende in Italia che utilizzano il potenziale dei “Big Data”. “Gli algoritmi alla base dei processi di Machine Learning e Intelligenza Artificiale non sono affatto di nuova invenzione”, segnala in merito l’esperto: al contrario, “di per sé possono essere anche considerati di livello di sofisticazione ‘medio-basso’ da un punto di vista statistico-matematico”. Tuttavia, prosegue Pompeo Pontone nell’intervento, l’evoluzione generata da un “sempre maggior utilizzo delle nuove tecnologie digitali, il consolidamento della ‘digital economy’ e la crescente interazione tra mondo digitale e mondo reale ha incrementato esponenzialmente l’efficacia, l’efficienza e la velocità di raccolta di dati, con conseguenti ovvi benefici nella capacità di analisi degli stessi”.
Ma in che modo, per le aziende, valorizzare l’analisi dei dati e trarne benefici in ottica business? Se da un lato gli investimenti continuano ad apportare un contributo notevole in tal senso, dall’altro rimane centrale la necessità di figure professionali in grado di raccogliere, analizzare e impiegare la quantità e la qualità dei dati. “La figura del ‘Data Scientist’ ha ormai assunto un ruolo centrale nelle aziende”, sottolinea Pompeo Pontone: queste ultime, aggiunge, “non possono più privarsi dell’indispensabile contributo del Dipartimento Analisi Dati, guidato dalla sempre più ricercata figura professionale del Chief Data Officer”.