Certe svolte della vita arrivano senza preavviso, come uno strappo che segna tutto ciò che viene dopo. Per Giorgio Tabellini, oggi 81enne e presidente del Gruppo P.E.I., quella svolta è arrivata il 1° ottobre del 1969. Aveva 25 anni, era capo officina a Bologna, e mentre lavorava su una macchina utensile, rimase coinvolto in un incidente che gli costò tre dita. Non fu solo un trauma fisico, ma l’inizio di un’idea.
Su quel letto d’ospedale, tra dolore e lucidità, Tabellini immaginò un futuro diverso: tornare a studiare e creare un’impresa capace di prevenire incidenti come il suo. Così fece. Con determinazione, riprese gli studi serali, ottenne il diploma in ragioneria, poi si iscrisse a Economia. Non arrivò alla laurea: il lavoro, sempre più totalizzante, lo costrinse a fermarsi dopo 16 esami. Ma la spinta a costruire qualcosa di utile non si placò.
Nel 1980, nacque P.E.I.. Insieme a un socio e con una struttura iniziale di tre persone, Tabellini gettò le basi di quella che oggi è una realtà internazionale: oltre 400 collaboratori, sette sedi distribuite tra Italia, Germania, Serbia e Brasile, oltre 70 brevetti, 60 milioni di euro di fatturato annuo. Il cuore dell’attività è rimasto lo stesso: progettare e realizzare protezioni dinamiche per macchine utensili, dispositivi che possono fare la differenza tra un lavoro sicuro e un disastro annunciato.
Tabellini non ha mai smesso di ricordare da dove è partito. Il suo motto è disarmante nella sua saggezza popolare: “Vola basso, schiva i sassi e punta in alto”. Una filosofia di umiltà e ambizione insieme, riflessa anche nella composizione del suo team: circa la metà dei dipendenti sono donne, che il fondatore definisce senza esitazione la parte più efficace e produttiva dell’azienda.
L’impegno sociale è parte integrante della visione del Gruppo. In occasione del 45° anniversario, non solo festa con i collaboratori a Palazzo Albergati, ma anche due giornate di prevenzione gratuite per il tumore alla tiroide, pensate per le persone in condizioni di fragilità sociale. A Bologna l’iniziativa si terrà alle Cucine Popolari, con il supporto di un ambulatorio mobile ANT. Benessere e salute, per tutti, senza distinzioni.
Non è solo imprenditore. Tabellini ha ricoperto numerosi ruoli istituzionali: presidente della CNA Bologna, primo a guidare CNA Industria, membro del CdA di BolognaFiere e dell’aeroporto Marconi, presidente della Camera di Commercio. A lui si deve anche la nascita di Bologna Welcome, che ha trasformato la città in un polo turistico riconosciuto a livello nazionale.
Ma la sicurezza sul lavoro, per lui, resta una ferita aperta. “Serve concretezza, non promesse“, ammonisce. “Triplicare il numero di ispettori del lavoro e mandarli nei cantieri edili. Solo questo abbatterebbe la metà degli incidenti“. Basta guardarsi intorno, dice: “Anche qui, nella ricca provincia bolognese, quanti capannoni hanno davvero le linee vita sui tetti?“.
Sul fronte industriale, le sfide non mancano. La concorrenza cinese, sempre più autonoma e aggressiva, ha cambiato le regole del gioco. “Prima copiavano, ora sviluppano da soli. Qui dobbiamo puntare su macchinari personalizzati e un’assistenza impeccabile”. E sui dazi USA, è scettico: “Stanno cercando di mettere toppe, ma rischiano di peggiorare la situazione“.
E Bologna? “Sta migliorando“, dice. “Una volta finiti i cantieri stradali, la viabilità sarà più fluida. L’aeroporto Marconi deve recuperare il tempo perso durante il Covid. Manca ancora qualità nei servizi a terra, ma il People Mover, criticato da molti, sta superando le aspettative: era pensato per 900 mila passeggeri, ne serve un milione e mezzo“.
Infine, il turismo. “Non bisogna vergognarsene“, sostiene. “Mentre la produzione industriale cala da 26 mesi, il turismo può diventare una risorsa. Bologna ha fatto progressi. Certo, i taglieri e il caos ci sono, ma è meglio far girare l’economia che lasciarla ferma“.