La ripresa delle ultime due sedute ha permesso alla settimana di Borsa di chiudere con un, seppur lieve, rialzo. L'indice Mib è infatti tornato in extremis sopra quota 1.100, e venerdì ha segnato 1.104 punti, con un progresso nell'ottava pari allo 0,09%.
Il nuovo mese borsistico dunque, dopo il forte calo della prima giornata, ha consentito una correzione della tendenza al ribasso che sembrava ormai essersi impadronita del mercato. Ma gli operatori non si illudono. Per la maggioranza si tratta infatti solamente di una reazione tecnica dopo la grande discesa dell'ultimo mese, e dunque le sedute positive di giovedì e venerdì potrebbero rimanere un episodio isolato in questa estate. Rimane infatti a bloccare i facili entusiasmi il livello assolutamente deficitario degli scambi, che anche nell'ultima settimana si sono in media mantenuti sotto i 100 miliardi di controvalore. Neanche la ripresa dei prezzi che si è verificata nella seconda metà dell'ottava, per un complessivo superiore al 3% dell'indice Mib, è avvenuta con un miglioramento delle quantità scambiate. Solo venerdì, quando l'indice ha guadagnato l'1,8%, gli scambi hanno raggiunto quasi i 120 miliardi di controvalore. Le idee continuano dunque ad essere pochine, e gli agenti di cambio appaiono più impegnati a cercare alleanze che consentano di creare delle Sim che dal mercato. Le sedute finiscono in me-dia intorno alle 13, e gli operatori presentì sono veramente pochini. Anche i prezzi nell'ultima ottava sono stati praticamente stabili. Ancora deboli Fiat (-3,87%) Enichem (-3,06%) e Cir (-2,26%) fra i titoli guida, buone riprese hanno invece avuto Sìp (+3,96%), Ferfin (+3,33%), Assitalia (+3,09%) e Ambroveneto (+2,98%). C'è da registrare poi la valanga di acquisii sul titolo Rinascente, che ha consentito un balzo della quotazione del 9% in cinque giorni. Per gli operatori sarebbero in vista alcuni accordi in Giappone per il gruppo delta grande distribuzione della Fiat. La tranquillità del mercato permette dunque di fare un primo bilancio della campagna assembleare legata ai bilanci '90. Il monte dividendi delle società quotate nel '90 è stato di complessivi 5.588 miliardi, in crescita dell'1,4% sull'89. Questa crescila degli utili distribuiti è per la maggior parte dovuta a un aumento delle azioni esistenti. Sono invece mollo rari i casi di aumento del dividendo singolo, e sono veramente poche anche le società (fra queste Fiat e Montedìson) che l'hanno mantenuto invariato. Anche questi dati consentono comunque di dare ragione ad Attilio Ventura quando si lamenta della pochezza del mercato azionario milanese. Basta infatti pensare che per arrivare allo stesso giro d'affari e di utili basta sommare le prima quattro società quotale a Wall Street, ovvero Ibm, General Electric, Exxon e Alt). Così si aspetta come una panacea l'arrivo dei big esteri, alcuni dei quali hanno già annunciato di avere intenzione di quotarsi a Piazza Affari e di avere già avviato le pratiche perchè questo avvenga in tempi brevi. Fra le prime vi saranno la tedesca Bayer, la Basf, la francese Saint-Gobain, la svedese Ericsson. Ma forse il traguardo sarà taglialo per prima dalla Volkswagen. Il collocamento, curato dalla Comit, è infatti già pronto e attende unicamente il via libera dalla Consob. Intanto è entrato un nuovo titolo, l'Elsag Bailey del gruppo Finmeccanica. La quotazione ha fornito l'occasione al presidente dell'lri, Franco Nobili, di "esordire" in Borsa.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba