Nati in Francia nella prima metà dell’Ottocento, i Salon de beaux-arts et manifactures rappresentano i padri delle Esposizioni universali di oggi: il saggio Le Esposizioni universali di Vittorio Marchis, pubblicato su “Historia” di Federico Motta Editore, ripercorre la storia di questi grandi eventi.
Le Esposizioni universali venivano appunto organizzate fin dal XVIII secolo, ma è con l’Impero napoleonico che queste esposizioni di “arti e industrie” diventano un fenomeno sociale: “Inizialmente legate a singole realtà territoriali, nel 1851 il fenomeno diviene internazionale e, da occasione per promuovere l’innovazione tecnologica e di prodotto, le Esposizioni universali diventano un modo per perpetuare e diffondere un modello di progresso che acquista anche valenze politiche, artistiche e culturali”.
L’obiettivo principale di queste manifestazioni, che inizialmente avevano carattere nazionale, era promuovere i prodotti locali legati all’industria e all’artigianato. Nella città di Torino, ad esempio, le Esposizioni vennero organizzate nel 1805, nel 1811 e nel 1812, mentre a Milano ogni anno dal 1806 al 1813.
Il 1851 segna l’inizio delle Esposizioni universali nel mondo: il primo evento fu organizzato a Londra, a Hyde Park, e per l’occasione fu realizzato il Crystal Palace, una gigantesca struttura in vetro e cemento progettata dal botanico e costruttore di serre Joseph Paxton.
Come ricorda il saggio di Federico Motta Editore, le Esposizioni dell’Ottocento non solo hanno permesso di esaltare i progressi tecnici, ma anche le opere di grandi architetti, artisti e designer. La Tour Eiffel (Parigi, 1889) rappresenta una delle strutture più celebri realizzate in occasione di queste manifestazioni universali.
Dopo l’esperienza di Expo Milano, il primo ottobre è ufficialmente iniziato “Expo 2020 Dubai” (negli Emirati Arabi Uniti) che rimarrà aperto per il grande pubblico fino al 31 marzo 2022. Anche in questa occasione gli ospiti potranno vivere un’esperienza alla scoperta di 192 nazioni.